mercoledì 10 novembre 2021

Conferenza su Fanino Fanini a Faenza (dove)

Conferenza su Fanino Fanini a Faenza (dove) 


Auditorium Palazzo Studi di Faenza 
Dov'è - - - - - >

Sarò in servizio a questa conferenza per apertura, chiusura e sorveglianza. 

Articolo sul Corriere di Romagna edizione di Faenza - Giovedì 18 Novembre 2021 

Vi aspetto con questo tesserino - - >

A presto carissimi vi aspetto, in attesa fraterni saluti in Cristo Gesù da Barnabè Roberto

Post scrttum
Auditorium Palazzo Studi di Faenza - Oltre 60 persone presenti. Alleluja finalmente Faenza si è accorto di Lui. 
BARNABÈ ROBERTO 



lunedì 8 novembre 2021

IL POTERE COME INTERCESSIONE:I TENTATIVI DI TRE DONNE NEL PROCESSO  PER ERESIA A FANINO FANINI ( Biografia)


IL POTERE COME INTERCESSIONE

:  "-I TENTATIVI DI TRE DONNE 

    NEL PROCESSO  PER ERESIA

            A FANINO FANINI - 
              ( Biografia) 


Quaderns de Filologia. Estudis literaris. Vol. XVII (2012) 173-192

GIUNIA TOTARO 

LASLAR, Universite de Caen Basse-Normandie

INTRODUZIONE
Fra le prime manifestazioni dell 'Inquisizione romana, la condanna di Fanino Fanini merita una menzione particolare, e cio non solo per la piega che presero gli eventi, influenzati dal singolare carisma dell'eretico, ma in primo luogo per la cesura storica segnata dalla sua morte, per i personaggi coinvolti e per la natura delle trattative che precedettero l'esecuzione.
La vicenda di Fanini, svoltasi tra it     1549 e it     1550, vede protagoniste le donne nel tentative di guadagnare la grazia at condannato. L'impegno femminile in questo caso si configura come attivita di mediazione e si oppone al potere maschile, rappresentato dal duca Ercole II d'Este, dai papi Paolo III e Giulio III, dall'inquisitore di Ferrara, Girolamo Papino, e dal cardinale Gian Pietro Carafa, membro influente del ramo oltranzista del collegio inquisitoriale. La particolarita del caso che qui si riassume deriva inoltre dal range sociale, culturale e politico delle figure femminili coinvolte, poiche di Fanini s'interessarono una nobildonna, una principessa reale ed una delle piu grandi figure di donne letterate del Cinquecento: Lavinia della Rovere (1521-1601'), Renata di Francia (1510-15752) ed Olimpia Morata (1526/7-15553).
I fatti relativi alla condanna per eresia di Fanini sono appena documentati dalle fonti contemporanee perche se ne possa avere un'idea globale, e conviene
' Su Lavinia della Rovere v. la voce corrispondente nel Dizionario Biografrco degli Italian (d'ora in poi DB1), con alcuni evidenti errori, tra cui la morte della Morata situata nel 1551 anziche nel 1555 (Frettoni 1989).
2 Su Renata di Francia si vedano Fontana (1889-1899), Rodocanachi (1896), Blaisdell (1969); e recentemente la tesi di dottorato di Odette Turias (2004).
'Per l'anno di nascita, solitamente fissato al 1526 dalla letteratura secondaria, si veda Parker (2003: 3, 56-57). V. infra per una bibliografia essenziale.

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ribadire come diversi aspetti sfuggano tuttora a piena e corretta comprensione, a causa innanzitutto della scomparsa dei documenti originali.     Com'e noto, una gran parte degli archivi inquisitoriali italiani e stata sottoposta a distruzione o a diaspora4; a questa importante lacuna si aggiunge la perdita delle carte di Olimpia Morata. Il carteggio della poetessa ando probabilmente disperso in vane biblioteche d'Europa dopo la pubblicazione postuma procuratane, in un'edizione filologicamente assai sospetta, da Celio Secondo Curione; gli autografi sono oggi introvabili5. Le sue opere poetiche bruciarono durante l'assedio di Schweinfurt' e furono ricostruite a memoria dall 'autrice quando ormai era malata e prossima alla morte; la loro redazione primigenia a dunque perduta, e se e vero the tale perdita non riguarda le ricerche circa it caso Fanini, essa inficia pero la nostra comprensione del pensiero della Morata7, gia piuttosto complicata dalle biografie romanzate fiorite a partire dall'Ottocento8.
Le stesse considerazioni, mutatis mutandis, valgono per Renata di Francia. I due studi ottocenteschi sulla duchessa (Fontana, 1889-99; Rodocanachi, 1896), entrambi fondamentali per lo studio del personaggio storico, sono pesantemente influenzati dall'ideologia. La biblioteca della duchessa e la sua corrispondenza privata andarono parimenti distrutte, come conseguenza indiretta della sua carcerazione e del processo per eresia istruito ai suoi danni. Quando nel settembre del 1554 Ercole II d'Este fa prelevare la moglie per rinchiuderla nelle stanze del Cavallo del Castello', egli fa anche sequestrare le carte private della duchessa insieme ad alcune casse piene di libri ereticali; del materiale si perderanno le tracce per quasi mezzo secolo. Alla devoluzione di
4 Fra le tante fonti v. per es. Tedeschi (2003: 69) e, per 1'Inquisizione ferrarese, Dell'Olio (2000: 216).
Nel dare alle stampe il carteggio della Morata (Morata 1558 e segg.), Curione vi appose una cronologia lacunosa e controversa. Sull'entita del rimaneggiamento operato sul testo delle lettere, mancando quasi Mtn gli originali, non vi sono certezze; per le questiom fin qui citate si vedano Fontana (1893: 304), Parker (2003: 55) e soprattutto Caretti (1940: v-ix; 1-27). Circa la dispersione del carteggio della Morata si veda Caretti (1940: 10-11). Su Celio Second() Curione si veda Biondi (1985).
6 Resoconti dettagliati dell'incendio di Schweinfurt sono fomiti da Olimpia stessa: si veda soprattutto la lettera a Cherubina Orsini, Heidelberg, 8 Agosto 1554 (Caretti, 1940: 105-09). Sul rogo di Schweinfurt e la conseguente perdita di quasi tutte le carte della Morata si veda Caretti (1940: 46-47).
' Per un'analisi del quale, specialmente dal punto di vista religioso-confessionale, si veda Parker (2003:36-54). Per molti versi inaffidabili le indicazioni contenute in Cignoni (1982-83, 1983-84).
'Prima fra tutte quella di Jules Bonnet (Bonnet 1850). Su questo problema si veda Daenens (1999: 104-07).
9 Dalle Antichita estensi del Muratori (1740: 391)
Id potere come intercessione...    175
Ferrara allo Stato Pontificio, durante l'esame del patrimonio lasciato daAlfonso II, verranno rinvenute nel Palazzo dei Diamanti alcune casse identificate come appartenenti a Renata"'°; i libri e le carte saranno portati al Castello e bruciati sul rogo dall'agente di Cesare d'Este, per ordine del papa, nel luglio del 1600".
La perdita del carteggio di Renata e della sua biblioteca, cinque o sei volte maggiore di quelk appartenenti alle nobildonne del tempo'2, e legata all'epilogo della lunga diatriba territoriale fra gli Este e it papato circa il ducato di Ferrara. La contesa attraversa l'intero arco del XVI secolo e it caso di Fanini ne rappresenta un episodio. All' intern° della complessa gestione della sovranita le donne di cui ci occupiamo s'inseriscono con una rete di comunicazioni, di richieste e d'iniziative messe in atto al fine di salvare la vita all'imputato. Il breve resoconto che segue e fondato sui principali studi oggi disponibili e tenta di riunire, seppur in maniera sintetica, alcune delle informazioni disseminate in fonti diverse.

1. UN "PROTOMARTIRE DELLA RIFORMA".
Cosi si esprime Adriano Prosperip a proposito di Fanino Fanini, o Camillo Fanini, o Fannio (1520-1550). Al pari di altri protagonisti della vicenda in esame, la sua vita e nota solo parzialmente, in modo approssimativo14 e talvolta contrastante a seconda che le fonti siano d'ispirazione cattolica o riformata; tenuto conto di tali problemi, i fatti essenziali possono essere riassunti come segue'5.
Figlio di Melchiorre e di Chiara Brini, e fornaio a Faenza come i suoi predecessori16, Fanini abbraccio in circostanze imprecisate posizioni di tipo luterano, che comincia a diffondere attraverso una predicazione infervorata. Fu
Dalla lettera di Cesare d'Este al cardinale Alessandro, Ferrara, 8 luglio 1600 (Fontana, 1890: 357).
" Circa il sequestro e la distmzione dei libri e delle carte di Renata si vedano Fontana (1893: 284, 397, 405; 1899: xxvi, 355-59), e piu recentemente Franceschini (2005: 214-16).
12 A questo proposito v. Franceschini (2005: 213-16).
13 Prosperi (1996:     165).
14 Non potendo, per ragioni di spazio, entrare nel dettaglio dei loci controversi, rinviamo a questo proposito al giudizio riassuntivo di Casadei (1934: 168).
" Le opere principali su Fanini sono Fontana (1893: 272-78), Lanzoni (1925: 89-101) c soprattutto Casadei (1934). Tra gli altri si vedano Caponetto (1997: 282-84) e Dall'Olio (2000: 216-30). Per una sintesi storico-bibliografica v. la voce corrispondente nel DBI(Felici 1991); per le biografie di stampo agiografico v. infra; per la tradizione filo-protestante v. Bonnet (1861: 54-57; 79-80; 90-91).
Cfr. Lanzoni (1925: 89), Casadei (1934: 169

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arrestato sembra nel 1547'7e processato dall'inquisitore Alessandro da Lugo's; graziato da quest' ultimo dopo pubblica abiura, fu bandit() da Faenza nella speranza che si emendasse. Riprese invece la predicazione, e con rinnovato fervore, poiche da un documento del 1548 sappiamo che si era introdotto nel convento di S. Chiara di Bagnacavallo, per diffondere le nuove idee presso le monache19.
All'inizio di febbraio del     1549 fu denunciato al duca Ercole II d'Este20; alla fine dello stesso mese fu nuovamente arrestaton mentre predicava a Bagnacavallo, e rinchiuso nella rocca di Lugo22. Tradotto a Ferrara e 11 processato come eretico relasso da un tribunale designato da Ercole d'Este, rifiut6 di ritrattarsi, fu giudicato colpevole e condannato a morte. Nonostante le numerose intercessioni in suo favore, la condanna venne eseguita it 22 agosto del 155023. La vicenda di Fanini segno un punto di non ritorno nella diffusion della Riforma in Emilia-Romagna, poiche rese vane le speranze dei riformati di poter giungere a patti con la dottrina romana24. L'anno successivo sarebbe motto Giorgio Siculo", nel 1554 la stessa moglie del duca, Renata di Francia, sarebbe stata processata per eresia. La morte eroica di Fanini, unita alla sua personality trascinatrice e alio scandalo provocato dalla sua condanna, ne fece
'7 Lanzoni (1925: 91).
Da una lettera del padre Giampietro Celso da Capodisuia at duca Ercole II d'Este, Bologna 7 febbraio 1549: "Nella term di Lugo habita un certo fomaro da faenza, per nome detto Il fannino, ] Il quale fu anehora ne glj anni passati nelle mani del R. [everen]do Inquisitore ma. [est-10 Allesandro da lugo nostro processato [... e per pieta da luj liberato" (Casadei, 1934: 197-98).
19 Casadei (1934: 195-97), Appendici, 1, Deposizione di alcune suore del convento di S Chiara di Bagnacavallo, senza data, ma databile at periodo tra it 18 maggio ed it 23 ottobre del 1548.
20 V. la lettera ad Ercole H citata supra.
2' Da una lettera di Girolamo Papino al duca Ercole II d'Este, Bologna 25 febbraio 1549: "El pate sottopriore de Sancto Dominico me scrive Vostra Excellentta havere fatto prendere in Lugo uno heretico faventino" (Valenti, 1966: 402-03; Dall'Olio, 2000: 222-23). Cfi: Casadei (1934: 171-72).
22 V la lettera di Giovanni Antonio Delfino, inquisitore di Ravenna, at cardinal Cervini, Ravenna,
27 febbraio 1549: "II commissario di Lugo ha preggione uno domandato Fanino da Faenza, it quale sendosi gia una volta publicamente abiurato in Faenza ..." (Buschbell, 1910: 309; Lanzoni, 1925: 92; Casadei, 1934: 171).
23 Dal libro dei giustiziati di Ferrara: "1550, 22 agosto. Fu impiccato e poi abbruciatto in piazza Camillo Fanini Romagnolo per Luterano ed Eretico; Questo si fece per consenso della Sacra Inquisizione, ed it corpo a Brustolito fu Giettato in PO come meritava" (cit. in Fontana 1893: 279). Con errore manifesto Parker situa la morte di Fanini at 22 settembre (Parker 2003: 22).
24 Cfr. Caponetto (1997: 287).
25 Su Giorgio Siculo si veda Prosperi (2000).
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presto una figura leggendaria26; it suo martirio fu esaltato dalla letteratura filo-protestante, dando luogo a revisioni della vicenda in chiave agiografica27.


2. LA QUERELLE GIURISDIZIONALE E LA PRIMA MEDIAZIONE
Dal secondo arresto di Fanini alla sua esecuzione intercorrono diciotto mesi. La ragione di tale ritardo a da ricercarsi in un intreccio di trattative, alleanze e prerogative territoriali, all'interno del quale si collocano a piii riprese i solleciti di Renata di Francia, Lavinia della Rovere ed Olimpia Morata.
I primi conflitti di giurisdizione emergono immediatamente dopo la cattura. Fanini e stato arrestato a Bagnacavallo ed a imprigionato a Lugo; questi territori appartengono alla Romagna estense, ma per it governo spirituale dipendono rispettivamente dalle diocesi di Faenza e di Imola, due domini dello Stato della Chiesa28. Inoltre, titolari dell'Inquisizione di Romagna sono i frati minori, ma i cardinali inquisitori spingono affinche gli eretici siano consegnati invece ai domenicani: i francescani infatti hanno fama di essere troppo permissivi29. Ai primi di marzo del 1549 Fanini viene sottratto ai frati minori e collocato sotto it controllo del vicario dell'inquisitore Papino, it domenicano fra' Michele da Ferrara. Comincia allora una disputa fra Ercole d'Este, it papa Paolo III ed i cardinali dell'Inquisizione.
L'intervento femminile a favore di Fanini comincia in questo primissimo periodo della sua carcerazione. Si tratta di una lettera redatta da Camillo Orsini i19 marzo del 1549, nella quale it capitano di ventura chiede che it prigioniero sia liberato e inviato a lui per essere impiegato come soldato; Orsini lascia intendere che si tratterebbe pia di commutazione della pena che di vera e propria grazia, data la natura dei compiti ai quali l'eretico verrebbe adibito30. Orsini non scrive a titolo privato: dietro la sua mano si scorge l'intervento di Renata di Francia,
26 A proposito del seguito the ebbe a Faenza la predicazione di Fanini, si veda Caponetto (1997: 291-98).
27 Le prime sono le biografie di Francesco Negri (Negri 1550) e Giulio da Milano (da Milano, 1552);
v. inoltre Crespin (1560). Per avere un' idea delle revisioni cui furono sottoposti i fatti si veda it caso di Bonnet (ilquale per es. attribuisce a Fanini, fornaio da generazioni, illustn natali; Bonnet 1861:54).
" Sulle questioni giurisdizionali nel caso Fanini v. Fontana (1893: 272-78); Casadei (1934: 174-78); Valenti (1966: 402-10); Dall'Olio (2000: 222-23).
Come scrive l'inquisitore di Ferrara: "ditti flan mai castigano heretici"; Girolamo Papino ad Ercole II d'Este, Bologna, 25 febbraio 1549 (Valenti, 1966: 402-03; Dall'Olio, 2000: 222-23).
3° "La opinione che se ha ch'io sia in molta gratia de V[osu a] S.[ignoria] Il1.[ustrissi]ma et Ecc. [ellentissi]ma [... che [...  io sia astretto, a ricomandar a quella un Fanino da Faenza retenuto in Lugo de ordine de V. [ostra] S.[ignoria] Illlustrissikna et Ecciellentissilma. [... ] Se la giudicara cosa degna da potermessi concedere, degnandossj it lasciarlo venire de qui, io to 

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in via diretta o attraverso Lavinia della Rovere. Quest'ultima, proveniente dal ramo della Rovere disceso da una sorella di Giulio II, aveva sposato nel 1541 Paolo Orsini, figlio dello scrivente Camillo. In questo caso la strategia seguita dalle donne si fonda sul potere indiretto derivante dal matrimonio e percorre le vie dell'affinita religiosa tra famiglie potenti. Infatti, se sull'eresia di Renata di Francia circolano gia voci consistenti all'epoca di cui parliamo, Lavinia stessa, almeno fino alla meta del XVI secolo, gravita nell 'orbita delle idee riformate, sia a causa della sua frequentazione della corte ferrarese sia a causa della sua amicizia con la duchessa e con Olimpia Morata. A propria volta Camillo Orsini, senza essere pubblicamente un eretico, appartiene ad una corrente che e stata definita d'ispirazione valdesiana mitigata".
Poco dopo la lettera di Orsini, Ercole II riceve altre pressioni dal papa (che gli chiede di consegnare Fanini al legato di Romagna32 perche sia processato dall 'autorita religiosa) e dall'inquisitore Papino (che invece insiste affinche non lasci andare l'eretico"). La posizione del domenicano Papino nei riguardi del caso Fanini e durissima: it fornaio si deve "brusare, como de iure se debe fare per essere relapso"34. Nel sostenere la propria idea l'inquisitore ricorre a considerazioni politiche quali i disordini provocati dall'eretico ed it carattere di sedizione rivestito dalla sua attivita propagandistica nei domini estensi". Eretico o quantomeno fortemente sospetto egli stesso, Papino era stato voluto da Ercole d'Este a capo dell'Inquisizione ferrarese" e si puo dunque considerare un uomo di fiducia del duca; e possibile che sfruttasse la vicenda di Fanini per stornare l'attenzione da un problema ben pia grave, quello
tahnente in fatione che se potra dir pin presto esserli commutata la pena che esserlj totalmente conceduta la gratis". Camillo Orsini ad Ercole d'Este, Parma, 9 marzo 1549 (Casadei, 1934: 198).
31 Casadei (1934: 172-74). Su Camillo Orsini v. anche Firpo (1993: 135-36).
32 Letters del cardinale Alessandro Famese at duca Ercole, Roma, 11 marzo 1549 (Casadei, 1934: 199).
33 Cfr. Valenti (1966: 407-08).
34 Da una lettera di Papino ad Ercole d'Este, Bologna, 21 marzo 1549 (Valenti 1966: 410).
"Ibid. V. a questo proposito Dall'Olio (2000: 223). E utile ricordare che l'eresia era punita nel XVI secolo come reato di lesa maesta; l'eretico, nel professare una religione diversa da quella del suo principe, contravveniva infatti all'autorita di quest'ultimo. Cfr. Prosperi (1996: xi).
36 Si veda per la nomina it breve di Paolo III del 20 ottobre 1548; Fontana (1893: 227); Valenti (1966: 316, 325 e segg.); Dall'Olio (2000: 222).
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dell 'eresia di Renata37, che rischiava di costituire it pretesto ad ingerenze del papato sul govern° del territorio ducale.

3. DONNE, ERESIA E SOVRANITA ALLA CORTE DI FERRARA
In quanto figlia di Luigi XII di Francia, Renata era per nascita una principessa reale. Al pari di molti rampolli del tempo era diventata una pedina nel gioco di alleanze tra famiglie e Stati. La sua mano era stata accordata ad Ercole d'Este scartando pretendenti molto pia illustri nell 'intenzione di cementare
1 'alleanza con la Francia del territorio estense", strategico ai fini della lotta contro l'Impero dopo la discesa di Carlo VIII. Renata pero era giunta a Ferrara con al seguito un'intera corte francese, che mantenne (anche economicamente) per tutta la durata della sua residenza nel ducato, nonostante le periodiche epurazioni messe in atto da suo marito39. Questo apparato era completamente autonomo, persino dal punto di vista dell'amministrazione spirituale, poiche nel 1543 la duchessa era riuscita ad ottenere da Paolo III un breve che poneva lei e tutti i suoi protetti sotto la diretta giurisdizione della Santa Sede40. Nella propria corte Renata aveva allestito una "scuola femminile"41: fissava le materie di studio e acquistava i libri di testo, seguiva i progressi della primogenita Anna e delle due figlie minori, Lucrezia e Leonora. Alle sue dipendenze era entrata, probabilmente nel 1540, Olimpia Morata, per occuparsi delle tre principesse estensi42 e soprattutto di Anna, sua grande amica, di cui favoriva gli studi attraverso it meccanismo dell'emulazione. Olimpia, figlia del poeta e pedagogo Pellegrino Fulvio Morato e di Lucrezia Gozi, aveva manifestato fin da piccola capacity stupefacenti, leggeva, scriveva e componeva versi in greco e in latino e si esibiva pubblicamente in saggi di declamazione. Appunto le
" Sul ruolo di Girolamo Papino nel processo a Fanini si vedano Fontana (1893: 227, 273, 382 e passim), Casadei (1934: 177-78), Valenti (1966), Dall'Olio (2000).
" Sulla natura politica e sugli effetti del matrimonio try Ercole II d'Este e Renata di Francia si vedano Braun (1988) e Zum Kolk (2007).
Su Renata e la sua cone si vedano, oltre alle fonti gia eitate, Franceschini (2000, 2005) e Gongs Camos (2005).
4° Fontana (1893: 490-92). Sui rapport tra Paolo III e Renata v. ibi, 133-91. 4' L'espressione e di Chiara Franceschini (2005: 211).
" Fontana (1893: 296); Rodocanachi (1896: 181-82); Caretti (1940: 51-52). Per alcune testimonianze documentarie v. Franceschini (2005: 210).

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lodi ricevute nella respublica literarum le avevano guadagnato un posto nella corte ferrarese".
Le ragioni della sua caduta in disgrazia net     1548 non sono chiare. La letteratura la attribuisce alle voci malevole messe in giro da Jerome Bolsec, elemosiniere di Renate; i riferimenti pero sono assai vaghi, ed a possibile che dopo la partenza di Anna d'Este, maritata a Francesco di Guisa alla fine del 1548, semplicemente non vi fosse pia ragione di stipendiarla45. Pia in generale, come nota Chiara Franceschini, "in una corte italiana della meta del Cinquecento, non esisteva un ruolo possibile per una donna non nobile, spiritualmente maturata e intellettualmente consapevole, come Olimpia Morata-46.
La figura di Olimpia costituisce un caso sui generis pur all'interno di una categoria gia particolare come lo e quella delle donne letterate. Uno degli aspetti di questa eccezionalita e it matrimonio per amore contralto con it medico e poeta tedesco Andreas GrUnthler (o Grundler) fra it 1549 ed it 155047. La natura profondamente elettiva di questo legame, fondato sulla passione per it sapere e sulla comune dedizione allo studio dei classici, colloca la Morata al di la di una tendenza al rifiuto del matrimonio che caratterizza le donne del suo tempo dedite alle lettere48. Rispetto ad altre sue contemporanee egualmente engagees, Olimpia mostra inoltre una notevole coerenza intellettuale ed una volonta incrollabile nel sopportare le conseguenze delle proprie scelte. In questo si distingue da altre figure femminili della corte ferrarese: Lavinia, l'amica carissima, interrompera i contatti con lei a partire dal 1551, nell'ambito di un documentato riavvicinamento alle posizioni cattoliche49; Renata nelle proprie
4'1 riferimenti fondamentali su Olimpia Morata sono le edizioni di Celio Secondo Curione (Morata, 1558 e segg.), to studio di Nolten (1731), la biografia di Bonnet (1850), le edizioni di Paladino (Morata, 1927) e Caretti (Morata 1940, 1954a, 1954b), gji atti del convegno tenutosi a Ferrara (Morata, 2005) e recentemente le edizioni in lingua tedesca (Morata, 1990) e inglese (Morata, 2003, che contiene pen:, incongruenze ed errori, alcuni dei quali sono notati nel torso del presente studio).
" Si vedano ad es. Bonnet (1861: 50-51); Caretti (1940: 40); Fontana (1893: 297-98); Peyronel Rambaldi 2001: 103); Flood (2005: 334).
45 Cosi Parker (2003: 20) e Franceschini (2005: 218-19). Sul progressivo "spopolamento" della casa di Renata dopo la partenza di Anna v. Fontana (1893: 295).
46     Franceschini (2005: 220).
' Su questo punto della cronologia si vedano Nolten (1731: 40); Barotti (1792:     169-71); Caretti (1940: 40-41); Parker (2003: 24); Pandolfi (2005: 293-99).
" V. a questo proposito Peyronel Rambaldi (2001: 94-97).
" L'ultimo riferimento ad una lettera di Lavinia nel carteggio di Olimpia Morata risale al 1551, dopo la partenza di Lavinia da Ferrara (Olimpia Morata a Lavinia della Rovere, Schweinfurt, estate del 1551; Caretti 1940: 75-76), Tre anni dopo la Morata le scrive lamentando l'assenza di notizie a partire da quel momento: "Satis demirari non possem, illustrissima Lavinia, quare nullas ad me literas prxter
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convinzioni religiose     — dottrinariamente alquanto confuse     — manifestera sempre una certa oscillazione e it 21 settembre del 1554, incarcerata e privata delle figlie, accettera di confessarsi e di assistere alla Messa50. La stessa Anna d'Este, che durante l'infanzia e l'adolescenza vive in un ambiente riformato, legge i libri dei `novatori' e non partecipa ai riti cattolici51, una volta sposa del cattolicissimo Francesco di Guisa si riaccostera all'ortodossia. Nonostante la rottura del 1548, Renata assicura la dote ad Olimpia in occasione del suo matrimonio52, come una decina d'anni piu tardi fara per quella the sembra di poter identificare con una figlia di Fanini53.
Il sostegno fornito da Renata ai dissidenti, dentro e fuori dalla propria corte, e pericoloso per Ercole d'Este. Il suo piccolo Stato a diviso a meta: Modena e Reggio sono territori imperiali, mentre Ferrara costituisce un feudo papale; addossato com'e allo Stato Pontificio, it ducato estense e costantemente a rischio di assorbimento da parte di quest'ultimo54. Avere una moglie eretica non 6, in simili frangenti, una situazione ideate, ma d'altronde it duca non ha mano libera sull'illustre consorte, protetta dal nipote Enrico II, re di Francia.
Per tenere lontana la possibility di ingerenze papali Ercole mira a ribadire la propria giurisdizione sul ducato nell 'amministrazione della giustizia, specie riguardo alle questioni religiose", e cio soprattutto nel periodo della vicenda di Fanini, durante it quale it Concilio di Trento si e spostato a Bologna (1547-49) e l'ala intransigente dell'Inquisizione, capeggiata da Carafa, vede aumentare it
unas tantum Ferrarix discedens dederis" (Olimpia Morata a Lavinia della Rovere, Heidelberg, 1° agosto 1554; Caretti 1940, 97-99).
90 Muratori (1740: 391); Fontana (1893: 383); Dall'Olio (2000: 224-25); Zum Kolk (2007:     115). Parker (2003: 32) anticipa erroneamente it cedimento della duchessa al 3 settembre. Sull'incostanza di Renata si vedano ad es. le considerazioni di Franceschini (2005: 219-20).
51 V. in proposito le preoccupazioni del duca nella lettera al re di Francia (Ercole d'Este ad Enrico II, Ferrara, 27 marzo 1554; Fontana 1893: 346-47).
52 Franceschini (2005: 211); Gorris Camos (2005: 184).
" I registri dei conti parlano di 50 ducati promessi ad "una figlia del Fanino di Ravena". E stato ipotizzato che questa pratica fosse uno dei modi attraverso i quali la duchessa appoggiava i portatori di posizioni religiose affini alle proprie. Per i riferimenti e le considerazioni v. Franceschini (2000: 193-94).
51 A questo proposito v. Blaisdell (1975: 69). Sulla complessita di gestione del territorio estense v. Folin (2000).
55 Si vedano a tale proposito Casadei (1934: 180-81) e Blaisdell (1969: 187).


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proprio potere56. Ferrara e a quel tempo la citta piu eretica d'Italia57 e dunque la severity amministrativa e d'obbligo, ma Ercole vuole assicurarsi un controllo dettagliato sulle attivita repressive". Nella complessa situazione in cui ii duca
costretto a muoversi a causa dell'imbarazzo provocato dalla duchessa eretica e dalla sua corte autonoma, la delicatezza degli interventi a imprescindible. Ercole lo scrive espressamente nel 1548 in una lettera all'oratore estense Bonifacio Ruggeri: "ci ha parso meglio procedere con destrezza di questa maniera che fame maggior rumore, a fine che non si habbia da pubblicare che nostra Moglie sia tacchiata di tale machia"59. Espressioni simili adoperera nel 1554, scrivendo al re di Francia perche lo aiuti a far tornare la duchessa nel seminato60, e pari discrezione verra mostrata anche da parte di Enrico II". Non si tratta peraltro di atteggiamenti isolati, giacche le donne riformate, specie se di alto rango, sono un problema tutto particolare per la Chiesa e la tendenza e quella di risolvere i casi senza provocare scandali62

4. IL PROCESSO E LE ULTIME INTERCESSIONI
Alla fine di marzo del 1549 it duca comunica al proprio ambasciatore a Roma che ha fat-to tradurre Fanini a Ferrara e si appresta a farlo giudicare da un tribunale da lui stesso designato63. La composizione del tribunale (che comprende, su sette membri, tre consiglieri di giustizia del duca e l'inquisitore
Casadei (1934: 71, 81); Dall'Olio (2000: 222).
57 SuIla diffusion dell'eresia a Ferrara nel XVI sec. v. Dall'Olio (2000); sull'eterodossia alla corte di Renata di Francia, dire alle fonti gia citate, v. Caponetto (1997: 279-300) e Belligni (2005).
" In quest' ottica anche l'eretico Camillo Renato, catturato nel 1540, viene tradotto a Ferrara durante it processo, cfr. Dall'Olio (2000: 220).
59 Risposta di Ercole d'Este ad una lettera di Bonifacio Ruggeri del 10 novembre 1548 (Fontana, 1893: 254).
60 "Per it che vedendomi esser fore iato di remediar per una via o per un'altra ad uno tanto inconveniente, e desiderando in cio usar rirnedii pin tosto piacevoli che rigorosi... " (Ercole a Francesco II, 27 marzo 1554; Fontana 1893: 347). Sulle circostanze di questa richiesta d'aiuto si vedano Fontana (1893: 277-78, 344-50); Prosperi (1996: 166); Prosperi (2001: 205-07); Bainton (1992: 294-95).
61 Dalle istruzioni date all'inquisitore di Francia, Mathieu Ory, inviato a Renata dal re: "remettant sa Majeste audit sicur Duc, de faire user [...1 de telle modestie & fawn de faire, que F... les choses passent sans scandale ny note qui puissent estre inferees a aucune macule ou reproche a l'endroit de ce qui touche & regarde icelle Dame & ceux qui en dependent" (Le laboureur, 1731: 718, cit. in Fontana, 1893: 354).
62 Si veda l'introduzione di Susanna Peyronel Rambaldi in Bainton (1992: 22).
63"L'habbiamo fah() condurre in questa terra con intention che sia processato", scrive, aggiungendo: "ci par conveniente che [...] ritrovandosi questo tristo nelle fora nostre, et havendo notitia che sia
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Papino), e tale da assicurare ad Ercole una maggioranza favorevole alle proprie decisioni. L'Inquisizione finisce per ratificare la mossa del duca; sette mesi dopo it processo e concluso, Fanini ha confessato ed e stato condannato64.
Il 7 di ottobre del     1549 la duchessa Renata intercede di nuovo presso it marito a proposito del prigioniero, stavolta con una lettera scritta di proprio pugno65. Com'e sua abitudine nei confronti dei riformati residenti nel suo territorio, fornisce a Fanini anche denaro: lo si deduce da un regesto delle lettere di Renata compilato dopo it sequestro della sua corrispondenza nel 1554, in cui si legge "Famino de' Famini scrive a Madama li domanda elemosina et la ringratia d'altre dateli da S. [ua] Ex. [cellenti]a"". Essendo poco verosimile che la duchessa consegnasse personalmente le sue elemosine al condannato, e poiche le fonti sono concordi nell'affermare che l'eloquenza di Fanini attirava presso la sua cella di Ferrara numerosi personaggi, e probabile che proprio durante queste visite Renata gli facesse pervenire gli aiuti, forse attraverso Lavinia della Rovere (la notizia di una visita di Olimpia Morata appare infondate). Nella sua Dissertatio historica Georg Ludwig Nolten parla di suppliche inoltrate al papa in favore del prigioniero, da parte di Lavinia, incitata da Olimpia". L'informazione, di cui non esistono prove, viene ripresa un secolo e mezzo piit tardi, nella biografia della Morata scritta da Jules Bonnet".
Alla fine di ottobre del 1549 it papa e i cardinali inquisitori comunicano it nulla osta a procedere con l'esecuzione, ma la morte di Paolo III, sopraggiunta poco dopo, permette ad Ercole II di prendere tempo. Nel mezzo del conclave per l'elezione del nuovo pontefice, i16 gennaio gli giunge una nuova richiesta di grazia di Camillo Orsini. Stavolta it postulante a esplicito nel riferire che Fanini (insieme con un altro eretico) gli e stato raccomandato da qualcuno che
stato causa del molto male sul dominio nostro, et ancho sia punito de suoi demeriti nel stato nostro". Ercole d'Este a Bonifacio Ruggeri, Ferrara, 26 marzo 1549 (Casadei, 1934: 177-78).
" Da una lettera di Ercole d'Este a Bonifacio Ruggeri, Ferrara, 25 settembre 1549: "Quell) fanino da faenza to quale gia molt; di si trova distenuto in questa ten-a come sa sua S. [anti]' per conto di heresia, at fine e stab) convinto per relapso, havendo egli stesso it tutto confessato et ratificato" (Casadei, 1934: 180).
65 Fontana (1893: 273); Lanzoni (1925: 93).
66 Fontana (1899: xliii); Casadei (1934:     183).
67 Sull'argomento si vedano, con opinioni diverse: Maccrie (1858: 309); Bonnet (1861: 56); Fontana (1893: 273); Lanzoni (1925: 93); Casadei (1934: 182); Frettoni (1989: 358); Caponetto (1997: 283-84); Daenens (1999: 105).
68 "Intercessit quidem Roma? apud Papam pro Phannio Olympia impulsore Lavinia Ruverensis Princeps" (Nolten, 1731: 38).
69     Bonnet (1861: 90). A proposito di tale notizia v

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gli e molto vicino", probabilmente la nuova Lavinia, nuovamente sollecitata da Renosta di Francia.
I mesi passano e nel frattempo al soglio pontificio e asceso Giulio III. Da un'ennesima lettera all'oratore estense risulta chiara l'intenzione del duca di procurarsi un ordine di esecuzione ufficiale del nuovo papa, in mode da potersi poi scaricare di ogni responsabilita.71. Il 31 maggio it papa emette un breve apposito72.
Informata dei fatti, Renata lascia la propria corte di Consandolo e si reca a Ferrara; dalla capitale del ducato scrive al marito assente73. Siamo tra it giugno ed it luglio del 1550; a Ferrara fa un gran caldo, scrive la duchessa74, con possibile allusione al clima che si respira in citta. La sua lettera ci offre un'immagine chiarissima della duplicity di certe figure femminili ai tempi della Riforma, donne educate alla piacevolezza, ma dotate di tempra virile e di notevole forza di carattere. Nella lettera di Renata si mischiano captatio benevolentice, affettuosita coniugale, considerazioni politiche e ferme messe in guardia. La duchessa inizia sottolineando la "speranza" del ritorno del marito e ringraziando per l'offerta di frutta, che si appresta a ricambiare75. Poi passa agli avvertimenti, sottolineando "lo scandalo e la vergogna" di tutto to Stato che ricadranno sulle spalle del duca qualora non si decidesse, per ispirazione
"Tengo Canto granf ede a chi mi prega, vogli scrivere all'Ecc. [client* V. [ostral in raccomandatione del Fanino [... ], che non posse mancar di supplicarla, come fo riverentemente con questa, si degni in tutto quello, che le parra honoratamente possere, haverli per riccomandati et liberarli ". Camillo Orsini ad Ercole d'Este, Parma, 6 gennaio 1550, corsivi nostri (Casadei, 1934: 184, 199).
'' "Circa fanino vi dovete recordare che altre volte vi habbiamo scritto che not desideraressimo che Nlostrol Sjignier ce scrivesse the facciamo la executione contra di lui, perche essendo cosa non mai piu fatta in questo state, et essendo egli stato raccomandato da infiniti personagij de importantia, vorressimo almeno haver in pronto la scusa perche non possiamo fare altramente". Ercole d'Este a Bonifacio Ruggeri, Ferrara, 14 maggio 1550 (Casadei, 1934: 185).
Nel breve si legge: "curet exequutioni in causa fannini de fanninis faventini hwretici relapsi" (Fontana 1893: 520-21; Casadei, 1934: 185).
" Casadei ritiene che questa lettera non si riferisca al case Fanini, poiche in essa a fatta menzione di un "padre': che l'autore interpreta essere Melchiorre, padre di Fanini, gia morto all'epoca del document°. E piu probabile perO che l'espressione di Renata si riferisca a Fanini stesso, in quanto padre dei "figlioletti"(cfi: infra e v. Casadei, 1934: 183).
" "Je suis tousiours a ferrare au logis bien chef'. Renata di Francia ad Ercole d'Este, maggio-giugno 1550. (Fontana 1893: 275. Traduzione nostra, per questa e per le lettere seguenti).
n "Mons.' par se porteur Jay ressu Vote laictre et veu l'esperance que me donnez de Vote retour Jay ensemble eu les raisins qui sent fruis Je vous envoye des fruis que mon jardinier ma aportes de naples"(ibid).
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divina, a provvedere nel modo dovuto nei confronti del prigioniero76. Tenta in seguito di commuovere it marito dipingendogli la famiglia in difficolta, "i poveri e piccoli figli"; supplica it duca di averne pieta e di sottrarli a "mani tanto crudeli"77. La richiesta viene avanzata come un favore personale e secondo le formule retoriche d'uso: "se sono nella Vostra buona merce, alla quale molto umilmente mi raccomando". In coda alla lettera un ultimo ammonimento, relativo al dovere di carita di un signore verso i bisognosi e i sudditi del proprio State.
Tanta eloquenza era destinata a rimanere infruttuosa. Le suppliche della duchessa in favore di eretici erano frequenti e in alcuni casi avevano esito favorevole, come sara nel 1552 per Lodovico Domenichi, salvato dal carcere a vile. Cosi non avverra per Fanini, poiche la situazione politica non permette passi falsi. Dopo nuove messe in guardia del cardinale Carafa circa l'eresia di sua moglie", Ercole II convoca it tribunale per le ultime formalita.
Per salvare it condannato gli sforzi proseguono. Un paio di mesi dopo it tentativo di Renata, Olimpia Morata scrive a Lavinia della Rovere dalla Germania, dove da poco si e trasferita al seguito del marite. La lettera e databile al periodo tra agosto e settembre del 1550 e conferma che it dialogo tra le due amiche a proposito di Fanini era in corso in quel periodo, poiche Olimpia ringrazia Lavinia della sua promessa di prodigarsi per it prigioniero e dalla formulazione si deduce che l'impegno fa seguito ad una richiesta della poetessa82, forse risalente agli ultimi incontri ferraresi. La promessa giunge graditissima ad Olimpia; infatti la prossima partenza di Lavinia per Roma le sembra porti "qualche speranza" (di salvare Fanini, s'intende), considerando
"Scandale et honte de tout Votre pais suges et serviteurs qui retoumera a Vous si dieu ne Vous met au queur de pourvoir comme Jespere quil fera" (ibid.: 276).
" "Le pauvre pe [re] et pauvres et pitis anfans et maire desqueulx Je Vous suplie monsieur avoir pitie et les oter des mains si crudes" (ibid.).
78 "Si Je suis en Votre bonne grace a la quelle trehumblement me recomande Vous recordant la charite que Vous debves aulx pauvres et a Vos suges" (ibid.). Casadei nota giustamente che Fanini, in quanto originario di Faenza, non era un suddito del duca (Casadei, 1934: 183).
79 Fontana (1893: 280); Piscini (1991: 593). Su Domenichi si veda inoltre Craravelli (2004).
" Si veda la lettera al duca del nuovo oratore estense, Giulio Grandi, Roma, 18 luglio 1550 (Fontana, 1893: 277-78; Casadei, 1934: 186).
81 Olimpia era arrivata in Germania it 12 giugno. Si veda la lettera a Johann Sea. "Cum in Germaniam venissemus pridie Idus Iunii „ . ". Olimpia Morata a Giovanni Sinapi (Johann Senf), Kafbeuren, 25 agosto 1550 (Caretti, 1940: 67).
" "Gratias ago ingenues vero quod mihi in adiuvando Phannio studium tuum et operant polliceris". Olimpia Morata a Lavinia della Rovere, Kafbeuren, agosto-settembre 1550 (Caretti, 1940: 67

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quanto vale li la sua autorita". Vediamo in questo passo un'allusione al prestigio del suocero di Lavinia, Camillo Orsini, molto vicino alla curia'''. Segue una considerazione suggerita dall'esperienza di corte e dal favore goduto dalla destinataria presso Ercole II: essendo Lavinia sul punto di partire, potra essere di qualche aiuto a Fanini, poiche in quell'occasione "non v'e dubbio che it duca prometta tutto it suo impegno"85. Lavinia potra dunque chiedergli, se it duca vuol fare qualcosa per lei, "di liberare colui che non ha nessuna colpa"86. Olimpia lascia alla saggezza dell'amica di stabilire it da farsi, echeggiando subito dopo it verso del Vangelo di Matteo secondo cui quanto si fa per i miseri
6 come si facesse per Cristo". Non si dilunga oltre poiche sa che la salvezza di Fanini le sta a cuore quanto a lei stessa, la esorta peni a non piegare la grandezza del suo animo alle suppliche dei malvagi in quel che concerne it puro culto di Cristo".
Come sappiamo, Fanini viene giustiziato alla fine di agosto. Olimpia e inizialmente ignara di tutto a causa della distanza e delle difficolta personali. Scrivera ancora di lui dalla Germania net corso dell'anno successivo, sia a Lavinia che all'amico Celio Secondo Curione. Dalla prima di queste lettere, databile all'estate del 1551, sembra di poter dedurre che fosse proprio Lavinia a metterla al corrente della triste fine del loro protetto". Nell'ottobre seguente Olimpia informa Curione a sua volta. I commenti sono mediati dal tempo e
83 "Id mihi, ne mentiar, tarn gamin fuit quam quod gratissimum: nam spem mihi nonnullam afferre videtur hwe tua profectio, cum sciam quantum Rom tua auctoritas valeaf'
" Pare inoltre di scorgere qualche legame con la voce riportata dalle fonti a proposito di un intervento di Lavinia e di Olimpia presso it pontefice (v. supra).
" "Prxterea vent mihi etiam in mentem, te isthinc discedente aliquid opis iii afferre posse; nam tibi discessurx non dubium est quip dux omne suum studium polliceatur" (ibid).
88 "Eum igitur rogare poteris, ut si quid tua causa facere velit, ut ilium absolvat, qui omni vacat culpa" (ibid., 67-68).
" Turn te non fugiat, quicquid officii et beneficii in istos contuleris, id te Christ= in se contulisse existimaturum" (ibid., 68). Cfi: Mt. 25: 40.
" "Plura de hae re non scribam, cum non sim nescia, lilies salutem tibi xque ac mihi magna; cum esse: tantum te hortor ut ne malevolentissimis hominum obtestationibus magnitudinem animi tui inflectas in his, gum ad Christi puram religionem pertinent" (Caretti, 1940: 68).
89 Scrive Olimpia: "Non ho potuto rispondere inrimediatamente, cosi come desideravo, ally tua carissima lettera, che in parte mi ha provocato dispiacere, in parte allegrezza Non ho infatti potuto impedinni di provare turbamento per la morte di Fannio, uomo di grande religiosity: sebbene la sua grande femiezza abbia poi lenito it mio dolore" ("Statim, ut optabam, tuis suavissimis literis respondere non potui, qux me partim molestia, partim affecerunt Facere elm non potui gum Phannii, viri magna pietate prxditi, morte non commoverer: beet postea eius magna constantia meum dolorem leniret". Olimpia Morata a Lavinia della Rovere, Schweinfurt, estate del 1551. Ibid, 75.
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dalla riflessione e per questo piu severi. La poetessa parla del potere detenuto in Italia dal papa (che chiama "Anticristo", secondo it linguaggio dei riformati) e riferisce in modo succinto la carcerazione di Fanini, "un pio uomo dalla fede incrollabile", imprigionato per quasi due anni, che non voile mai, "ne per paura della morte, ne per amore della moglie o dei figli, scostarsi dalla verita."".

CONCLUSIONE
Le lettere appena citate condividono alcuni tratti tipici del carteggio della Morata, la lucidita, la tensione etica, i frequenti incoraggiamenti alla resistenza e ad una forma quasi stoica di sopportazione. E stato notato che la forza di carattere sembra tipica delle donne riformate dell'epoca, forse per la difficolta intrinseca delle loro scelte. Gia nell'Ottocento Jules Bonnet sottolineava come gli sforzi prodigati dalle donne nei confronti di Fanini siano "degni di ricordo in tempi in cui l'Italia tutta era in preda al terrore'+92.
Per quanto colte e determinate, queste donne non possono sottrarsi ai meccanismi di strumentalizzazione del loro tempo, come nel caso di Renata di Francia, la cui mano e un oggetto sullo scacchiere politico. D'altronde it matrimonio a uno dei canali che sanno sfruttare per ottenere vantaggio; altri canali sono it parentado e i contatti personali. Tutti confluiscono nella rete di relazioni messa in moto per avanzare una richiesta: in quest'ottica le lettere sono un vero strumento di negoziazione, come appare evidente soprattutto per Renata.
Se non hanno (tranne rani casi) un potere ufficiale pari a quello degli uomini, le donne ne guadagnano e ne sfruttano dunque uno collaterale. E opportuno notare a questo proposito come a differenza di Renata di Francia e Lavinia della Rovere, che uniscono, su scala diversa, l'autorita procurata dalla famiglia d'origine a quella ottenuta attraverso it matrimonio, l'ascendente di Olimpia Morata e invece quello del solo prestigio personale, conquistato cioe attraverso le doti individuali. Ad ogni modo, ciascuna secondo i mezzi a sua disposizione, le donne svolgono nei confronti delle idee riformate un'attivita di mediazione, che nel caso di Renata e di Olimpia si estende ben al di qua e al di la dei limiti cronologici del caso Fanini. La duchessa di Ferrara sara sempre
9° "UN [sc. in Italia] potestatem habet tantam Antichristus     Superiore enim anno nescio an to audieris Phaninum, quendam pium virum eonstantissiinw fidei, cum in carcere fere biennium fuisset (nunquam enim, neque metu mortis neque coniugis vel liberorum amore, a veritate desciscere voluit)". Olimpia Morata a Celio Secondo Curione, Schweinfurt, 1° ottobre 1551 (ibid,77).
91 Si veda Susanna Peyronel Rambaldi (1999: 62).
92 Bonnet (1861: 80).

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una protettrice degli eretici, sia in Italia che durante it suo ritiro a Montargis; Olimpia Morata continuera a diffondere i libri e le idee dei novatori anche dalla Germania, all'interno di quello che e stato definito it -patronage femminile del dissenso religioso"".
Visto it ruolo di primo piano da loro svolto, a auspicabile che it moltiplicarsi degli studi sulla storia delle donne contribuisca a dissipare la nebbia che circonda ancora molte delle figure storiche interessate (prima Ira tutte la Morata) e supplisca alle lacune delle fonti antiche, su cui tuttora poggia essenzialmente la nostra conoscenza dei fatti

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Biografia Fanino Faniini
Un sentito ringraziamento all'autore Carlo Bertinelli per it lavoro di ricerca e per it suo entusiasmo nel ricostruire la biografia del credente faentino Fanino Fanini, un pioniere della Riforma protestante in Italia. Un grazie ancora per l'autorizzazione concessa a Edizioni Passaggio di pubblicare a titolo gratuito la sua opera: le pagine che seguono porteranno it lettore a vivere particolari momenti della storia dove l'intolleranza e la persecuzione rendevano la testimonianza evangelica difficile, un debito di riconoscenza che ogni credente
italiano ha verso i fratelli nella fede appartenuti a precedenti generazioni.
Fanino Fanini-. Premessa
"Fanino Fanini. Evangelic° faentino. Per la sua fede impiccato ed arso. Ferrara 22 agosto1550".
Questa iscrizione, nella caratteristica ceramica locale, indica it nome di una stretta e breve via del centro storico di Faenza. La notai per caso tanti anni fa, durante uno dei miei viaggi di lavoro e suscito in me una grande curiosity che mi spinse a saperne di piti sul canto di questo "evangelic° d'altri tempi".
Cosi, alla prima occasione in cui mi ritrovai nella citta romagnola con un sufficiente ritaglio di tempo a disposizione, mi improvvisai ricercatore storico e tentai una ricognizione in alcune librerie della cilia alla ricerca di qualche documento sull'antico concittadino.
Purtroppo it mio primo sforzo risulto vano: non solo non riuscii a trovare neppure una modesta biografia del nostro uomo, ma scoprii che it Fanini, pur avendo una via del centro storico intitolata a suo nome, era del tutto sconosciuto ai librai della citta.
Dopo una lunga ricerca approdai, come ultima possibility, alla Biblioteca Comunale, dove un solerte bibliotecario si mise a mia disposizione iniziando un'accurata ricerca. Cataloghi, indici e schede furono diligentemente esaminati senza che si trovasse del nostro personaggio neppure la minima traccia: sembrava che non avesse scritto nulla degno dei posteri e the i posteri non avessero scritto nulla su di lui.
Finalmente, dopo una breve assenza, it bibliotecario pose nelle mie mani la raccolta di una rivista locale - "La Pie: marzo/aprile, 1921" - dove tale Armando Cavalli aveva scritto alcune pagine dedicate al Fanini, in seguito a ricerche su testi del mondo protestante d'oltralpe in cui veniva considerato un protomartire della Riforma in Italia.
La figura che vi si delineava non era quella di un eroe senza macchia e paura, ma di un essere fragile e debole nella sua umanita, con it peso dei suoi errori ma anche con tutta la forza e la bellezza della sua fede.
Nella austera sala di lettura, fra un distinto signore ed una giovane studentessa, dimenticai gli impegni di lavoro ed it pranzo e chinai ii capo sulle pagine ingiallite dal tempo, ringraziando e adorando it Signore per quella testimonianza di fede e di vita che nil faceva riflettere e mi arricchiva.
Molti anni passarono da quell'episodio e a distanza di tempo mi ricordai di questo "antic° amore", decisi di riprendere le mie ricerche e scoprii che Fanini non era sconosciuto in Italia come mi era parso in un primo tempo e che diversi studiosi si erano occupati di lui, offrendo al ricercatore un quadro esauriente sulla sua figura.
Cosi e nata questa biografia. Una volta soddisfatta la mia curiosita, ho pensato che valesse la pena sintetizzare it frutto delle mie ricerche in queste pagine, nella speranza che it modern lettore, calandosi in una storia cosi antica, sappia comprendere e tollerare gli errori del nostro uomo e venga stimolato ad imitarne la fede, lo zelo e it coraggio.Porgo un sentito ringraziamento a chi nil ha incoraggiato ed aiutato concretamente in questo modesto lavoro.2. II cinquecento il sedicesimo secolo ebbe un ruolo molto importante nella storia dell'umanita.
Da poco era stato scoperto un nuovo continente, l'America, e questo fatto aveva avuto conseguenze sociali ed economiche di grande rilevanza.
Si erano formati in Europa degli stati laici, politicamente ed economicamente alleati, che venivano a mutilare it sistema feudale limitando it potere papale e la vita medievale si apriva a nuovi orizzonti, mentre i vari popoli avvertivano la profonda crisi morale e spirituale esistente in Europa e anelavano a nuovi valori.
Tutto questo porta it sedicesimo secolo ad essere ricco di pensieri, azioni e fatti nuovi. I grandi sconvolgimenti che to animarono si possono ricollegare al Rinascimento, sorto verso la meta del quindicesimo secolo, e alla Riforma. Attraverso le idee del Rinascimento, a loro volta precedute e preparate dall'Umanesimo, l'uomo si pose nuovamente come centro dell'universo, esaltando la sua intelligenza e it suo valore.
Se l'Italia del Rinascimento apparve allora come maestra di vita all'Europa, fu solo per l'aspetto intellettuale, artistico e letterario e non certamente per la vita politica e morale ritenute profane e immorali. Non riuscendo a rispondere adeguatamente ai bisogni spirituali dei popoli europei ii Rinascimento deluse le attese di un rinnovamento complessivo. La Riforma nacque come risposta al profondo bisogno di veri valori cristiani. Non fu un fulmine a ciel sereno, non sorse senza preavviso, ma fu preparata da van precursori — tra cui John Wycliff, Jan Hus, Pietro Valdo, Girolamo Savonarola, Francesco d'Assisi — che tesero al recupero della Chiesa Cattolica al Vangelo.
Non si pub dire con certezza che essa sia derivata dallo spirito di critica del Rinascimento o dalla corruzione del clero: sorse piuttosto come reazione al formalismo religioso, incapace di soddisfare le coscienze che sentivano it bisogno di Dio.
La Controriforma cattolica in Italia fu alquanto dura e brutale.  I Papi Paolo IV e Pio V perseguitarono gli "eretici" con i mezzi piu efferati: carcere, torture, roghi, immersioni nell'olio bollente.
Molti furono costretti a fuggire dal loro paese salvarsi dai rigori dell'Inquisizione. Erano aristocratici, intellettuali e mistici, tra cui possiamo ricordare: Pier Martire Vermigli, Celio Secondo Curione, Pietro Paolo Vergerio it Giovane, Antonio Brucioli (che per primo tradusse tutta la Bibbia in italiano dall'ebraico e dal greco), Bernardino Ochino, Giovanni Diodati (la cui traduzione della Bibbia in italiano dalle lingue originali e ancora oggi tenuta nella massima considerazione), Lelio e Fausto Socino, Giacomo Acconcio, Bernardino Bonifacio, Ludovico Castelvetro.
Altri invece subirono it martirio in patria: come Pomponio Algieri (morto sul rogo in Piazza Navona a Roma nell'agosto del 1556), Pietro Carnesecchi (the dopo essere stato segretario di papa Clemente VII fu decapitato a Roma nel 1567) e Antonio Della Paglia,  noto come Antonio Paleario (condannato, impiccato ed arso a Roma nel 1570 per aver sostenuto la giustificazione per sola fede e non aver riconosciuto l'autorita del Pontefice).
Coloro che riuscirono a fuggire vennero considerati come apostoli della liberty di coscienza ed espressero chiaramente la sensibility spirituale italiana del tempo, anche se non riuscirono ad essere assorbiti pienamente nella realty protestante, in quanto i Riformatori non furono capaci di integrare le loro libere coscienze.
Oltre che per l'incapacita dei Riformatori di tollerare la voglia di indipendenza nella ricerca della yenta da parte di questi esuli, la Riforma in Italia falll anche per la mancanza di un sostegno da parte della nobilta e delle organizzazioni artigiane. Le idee riformatrici furono tuttavia accolte con interesse, sia negli ambienti aristocratici e intellettuali che fra it popolo. Alcuni storici elencano i nomi delle persone importanti che ebbero rapporti con la Riforma (tra cui: Vittoria Colonna, Juan de Valdes,  Giulia Gonzaga,  Giovanni Antonio Caracciolo, Renata di Francia,  Olimpia Morata, Bernardino Ochino, Pier Martire Vermigli) ed altri evidenziano che la "predicazione luterana" incontro it favore del popolo, che era stanco e nauseato dalla aperta corruzione del clero, dalla sontuosita degli ecclesiastici e dai vari scandali che scoppi

sabato 30 ottobre 2021

Domenica della Riforma 2021

Domenica della Riforma 2021


Contenuti tratti da:
(Sito ufficiale della 
Alleanza Evangelica Italiana http://www.alleanzaevangelica.org )



ALLEANZA EVANGELICA ITALIANA 
SPECIALE DOMENICA DELLA MEMORIA 2021
Domenica della memoria
31 ottobre 2021

Il 31 ottobre 1517 Lutero affisse le 95 tesi a Wittenberg. Questa data ha un forte valore simbolico in quanto viene ritenuta, se non proprio l’inizio della Riforma protestante, almeno un suo passaggio fondamentale. Sta di fatto che dopo l’affissione delle 95 tesi, la Riforma assunse un profilo pubblico e di popolo. La Domenica della memoria (in molti Paesi chiamata “domenica della Riforma”) è allora un’occasione per ricordare la riscoperta dell’evangelo imperniata sul riconoscimento dell’autorità della Scrittura, la centralità di Gesù Cristo, la gratuità della salvezza, l’esigenza che tutta la vita sia vissuta per la gloria di Dio. Oltre a sentirsi eredi spirituali della Riforma protestante, l’Alleanza Evangelica è consapevole del fatto che l’identità evangelica possa e debba collegarsi a tutte le epoche della storia del popolo di Dio che hanno contribuito alla testimonianza fedele all’evangelo, partendo dall’età dei padri della chiesa sino ai risvegli dell’età moderna e contemporanea.

Quest’anno la Domenica della memoria sarà incentrata su una ricorrenza e due centenari. La ricorrenza è il 175° anniversario della nascita dell’Alleanza Evangelica a Londra (1846) e i centenari sono il 100° anniversario della morte di Benjamin B. Warfield (1851-1921), strenuo interprete della fede evangelica classica di fronte alle lusinghe del liberalismo teologico, e il 100° anniversario della nascita di John Stott (1921-2011), uno dei principali architetti del movimento evangelico contemporaneo.

Warfield si misurò con le rivendicazioni della teologia liberale mostrando come la fede evangelica fosse biblicamente profonda ed intellettualmente solida. Il contributo di Stott è stato nel coniugare la missionarietà e la responsabilità sociale, la fedeltà biblica e l’attenzione alla cultura. I due centenari sono utili per apprezzare il lascito di questi due “giganti” della fede evangelica e rilanciarne l’eredità nel nostro tempo. Le schede sono tratte dal Dizionario di teologia evangelica, Marchirolo, EUN 2007 (rist. 2012).
Buon compleanno Alleanza Evangelica, a 175 anni dalla nascita!
Per approfondire
P. Bolognesi, L. De Chirico, Il movimento evangelicale, Brescia, Queriniana 2002; G. Ciccone, Unità evangelica difficile ma possibile, S. Giovanni Teatino (CH), Evangelista Media 2014.
B.B. Warfield, il più grande teologo evangelico del XIX secolo

B.B. Warfield (1851-1921) è stato l’ultimo dei grandi teologi della scuola di Old Princeton. All’inizio del XX secolo fu uno dei difensori del cristianesimo riformato più conosciuti del mondo anglosassone. Oggi, continua ad esercitare una certa influenza attraverso la sua riflessione sulla teologia della rivelazione e sulla cristologia.

Ricevette privatamente l’educazione primaria. Nell’autunno del 1868, proseguì gli studi al College del New Jersey (ora Princeton University), dove si diplomò nel 1871. La sua permanenza al College coincise con la presidenza della facoltà di James McCosh, un esponente della filosofia del “senso comune” e promotore dell’idea che la fede cristiana tradizionale fosse compatibile con una forma di evoluzione intesa in senso non naturalistico. Il modello sviluppato da McCosh influenzò profondamente Warfield che, negli anni della maturità, interagì col pensiero moderno correlando la dottrina della provvidenza di Dio nella creazione, formulata da Calvino, con l’insegnamento sull’evoluzione di Charles Darwin. Nel settembre del 1873 Warfield iniziò il corso di laurea al Theological Seminary di Princeton, subendo l’influsso dell’insegnamento di Charles Hodge. Dopo un breve periodo di ministero pastorale decise quindi di proseguire gli studi a Lipsia. Rientrato negli Stati Uniti e stabilitosi a Baltimora, dopo un breve pasturato venne chiamato ad insegnare “lingua e letteratura del Nuovo Testamento” al Western Theological Seminary in Pennsylvania. Nel settembre 1878 iniziò dunque l’attività professorale. Nel 1886, alla morte di Archibald Alexander Hodge, fu invitato a succedergli nella cattedra di teologia “polemica e didattica” a Princeton, dove rimase per 33 anni, diventando uno dei principali esponenti di questa scuola teologica.
Durante la sua permanenza a Princeton prolungò quel clima di sobrietà unito ad una solida e rigorosa preparazione intellettuale che era stato instaurato dai suoi predecessori, mantenendo quella vivacità di pensiero che permetteva di affrontare senza compromessi le antiche e nuove idee circolanti nel campo del sapere. Lungo tutta la vita, Warfield mantenne una grande passione per lo studio, coltivando un vivo interesse per temi molto diversi tra loro come la poesia, il dramma, la narrativa e le scienze naturali. Questo interesse per la cultura in senso ampio trovò espressione anche nel sostegno e nei contributi che pubblicò su varie riviste. Tra esse la Presbyterian Review, 1889, e quindi la Presbyterian and Reformed Review, 1890-1903, e infine la Princeton Thelogical Review, 1903-21. Da Princeton Warfield svolse un ruolo di primo piano nel dibattito tra fondamentalisti e liberali che divampava in America, in seguito alle tesi del liberalismo provenienti dall’Europa, partecipando, in compagnia di teologi come J. Orr e G. Machen, alla stesura dei Fundamentals, un’opera in dodici volumi (1909 e il 1915), che costituiva una reazione dell’ortodossia evangelica nei confronti della teologia liberale.
Gli aspetti che maggiormente descrivono il suo pensiero sono visibili nella teologia della rivelazione scritturale, nella cristologia, nella valorizzazione della storia della teologia evangelica e nell’impegno apologetico. Allo scetticismo del liberalismo teologico verso la teologia della rivelazione e le sue verità fondamentali, Warfield oppose i capisaldi di una Scrittura ispirata e autorevole. In un famoso saggio scritto con A. Hodge, intitolato Inspiration, sostenne che la Scrittura era il risultato finale di un’insieme di processi, quali la raccolta del materiale narrativo, la formazione caratteriale degli scrittori, i tempi e i luoghi degli avvenimenti, preparati e condotti da Dio nell’arco del tempo. La sua conclusione fu che “quando la Bibbia parla, Dio parla”. La riflessione cristologica, esposta in numerosi articoli, difende le dottrine tradizionali sulla Persona e l’opera di Cristo, vero fondamento del cristianesimo, recuperando la cristologia biblica espressa nei concili di Nicea e Calcedonia e dando pure evidenza agli insegnamenti di Agostino e Calvino. Un altro filone della produzione warfieldiana è dedicato alla storia della teologia, intesa come percorso storico della riflessione dogmatica, che produsse importanti lavori su Tertulliano, Agostino, Calvino e l’assemblea di Westminster. Infine, merita alcune considerazioni l’impegno di Warfield in campo apologetico. Consapevole del fatto che la cultura occidentale non poteva evadere le questioni poste dal messaggio cristiano, Warfield si confrontò con le scuole di pensiero e i critici più noti d’Europa e Stati Uniti sottoponendoli ad una critica serrata e rigorosa, partendo dalla Scrittura e riaffermandone l’autenticità dell’annuncio.
La produzione warfieldiana è alquanto vasta, dettagliata e precisa anche se frammentaria, ma non gode di vasta notorietà nella comunità evangelica, nonostante la sua qualità.
Opere in italiano
Rivelazione e ispirazione, Caltanissetta, Alfa & Omega 2001; La persona e l’opera di Cristo, Caltanissetta, Alfa & Omega 2001; Il piano della salvezza, Caltanissetta, Alfa & Omega 2001. 
Studi
L. Dalla Pozza, “Warfield l’apologeta di Princeton”, Studia Patavina 49 (2002); AA.Vv., “Benjamin B. Warfield (1851-1921), Studi di teologia N. 65 (2021/1).
Nel 2021 una serie di otto articoli su Warfield sono stati pubblicati dalla rivista web Loci Communes https://www.locicommunes.it/search?q=warfield
John Stott, architetto del movimento evangelico contemporaneo 

.... JOHN STOOT:
John Stott è considerato il più autorevole portavoce dell’evangelicalismo contemporaneo. Nasce a Londra nel 1921 da Sir Arnold e Lady Stott. Studia alla Rugby School e al Trinity College di Cambridge dove eccelle in francese e teologia. Si prepara poi al pastorato a Ridley Hall di Cambridge. Consegue un dottorato in teologia nel 1983 e numerosi dottorati honoris causa da scuole americane, britanniche e canadesi.
Dopo l’ordinazione al ministero anglicano nel 1945, diventa assistente curato e poi rettore nel 1950 di All Souls a Londra. Va in emeritazione nel 1975, ma vi continua a predicare regolarmente, fornendo un modello per il ministero internazionale nel centro di una metropoli come Londra. Centrale per questo modello sono cinque criteri: la priorità della preghiera, la predicazione espositiva, l’evangelizzazione regolare, la cura pastorale delle persone alla ricerca e dei neoconvertiti, e l’addestramento sistematico di assistenti e di leaders. Benché incoraggiato a farlo, rifiuta di salire di grado nella carriera ecclesiastica preferendo rimanere a lavorare nella comunità locale come aveva sempre fatto.
Quando John Stott inizia il suo ministero, gli evangelicali avevano poca influenza nella gerarchia ecclesiastica anglicana. Segue, però, ed organizza i credenti evangelicali che da pochi crescono a dismisura negli anni 1960. Da questo movimento sorgono molte iniziative, la più ragguardevole è il Congresso nazionale degli anglicani evangelici del 1967 e 1977, presieduto da lui stesso. Diventa pure presidente del Consiglio Evangelicale della Chiesa di Inghilterra dal 1967 al 1984, presidente dell’Unione per la Lettura della Bibbia dal 1965 al 1974 e dell’Alleanza Evangelica Britannica dal 1973 al 1974. Nel 1966, si oppone all’appello di Martyn Lloyd-Jones di uscire dalle chiese “miste” e di pensare ad una nuova fase dell’evangelicalismo britannico.
Stott lamenta l’anti-intellettualismo che prevale in alcuni circoli cristiani ed accentua la necessità di “mettere in rapporto la Parola antica con il mondo moderno” e fonda The London Institute for Contemporary Christianity nel 1982 che offre corsi nelle relazioni fra fede, vita e missione.
Nel 1970 la nomina di un nuovo vicario per la chiesa di All Souls permette a Stott di viaggiare ampiamente nel mondo invitato a tenere conferenze soprattutto in università americane. Tra il 1952 e il 1977 partecipa a più di 50 campagne evangelistiche nelle università della Gran Bretagna, Nord America, Australia, Nuova Zelanda, Africa ed Asia. È eletto vice-presidente della International Fellowship of Evangelical Students dal 1995 al 2003.
Uno dei maggiori contributi di Stott all’evangelizzazione nel mondo è stato con il Congresso Internazionale sull’Evangelizzazione nel Mondo, tenutosi a Losanna, in Svizzera, nel 1974, significativa pietra miliare del movimento evangelico. Il Congresso contribuisce fortemente alla crescita della comprensione in ambenti evangelicali della relazione tra evangelizzazione ed azione sociale. Partecipa attivamente, poi, nella redazione del Manifesto di Manila, documento prodotto dal secondo Congresso Internazionale del 1989.
Il desiderio di rafforzare i legami fra i teologi evangelicali in Europa lo conducono ad essere fra i fondatori della Fellowship of European Evangelical Theologians (FEET) nel 1977. Attraverso i contatti con pastori del Terzo Mondo, Stott si persuade sempre di più della necessità di fornire loro libri e borse di studio. Nel 1971 egli costituisce l’Evangelical Literature Trust, sovvenzionato ampiamente dalle entrate che riceve dalla vendita dei libri da lui scritti. Nel 1974 si stabilisce un fondo (il Langham Trust) per fornire borse di studio per studiosi evangelicali intellettualmente capaci del Terzo Mondo che permettano loro di conseguire dottorati e poi ritornare nei loro paesi per insegnare nei seminari teologici.
Il maggiore contributo internazionale di Stott, però, sono stati i libri da lui scritti, chiari, equilibrati, fondati biblicamente ed intellettualmente rigorosi. La sua carriera di scrittore inizia nel 1954 quando il vescovo di Londra gli chiede di scrivere la guida per la Quaresima di quell’anno. Cinquant’anni più tardi, Stott ha prodotto più di 40 titoli e centinaia di articoli e contributi alla letteratura cristiana. Il libro più conosciuto di John Stott, Basic Christianity (Le basi del cristianesimo) ha venduto più di 2 milioni di copie ed è stato tradotto in più di 60 lingue.
Opere in italiano
Le epistole di Giovanni (orig. 1964), Roma, GBU 1972; Missione cristiana nel mondo moderno (orig. 1975), Roma, GBU 1978; Le basi del cristianesimo (orig. 1958), Roma, GBU 21988; Creati per pensare (orig. 1973), Roma, GBU 1982; La croce di Cristo (orig. 1986), Roma-Chieti, GBU 2001; Il leader servo (orig. 2002), Roma-Chieti 2004; La chiesa vivente (orig. 2007), Chieti, GBU 2015.
Studi
Nel 2021 una serie di dodici articoli su Stott sono stati pubblicati sulla rivista web Loci Communes https://www.locicommunes.it/search?q=stott
Suggerimenti per il culto della Domenica della Memoria
Benvenuto (il senso della fedeltà di Dio nel tempo)
Canto
Lettura biblica
Preghiera
Rievocazione della nascita dell’Alleanza Evangelica (1846) e dell’opera di B.B. Warfield e di John Stott (anche con letture dalle loro opere)
Canto
Predicazione
Preghiera
Inno di consacrazione
Benedizione

A cura dell’Istituto di Formazione Evangelica e Documentazione di Padova – www.ifeditalia.org

Ideaitalia sarà lieta di ospitare brevi relazioni
relative ad eventi connessi alla Domenica della memoria.

A cura dell’Ufficio stampa dell’Alleanza Evangelica Italiana
Tel. redazione: (+39) 333 8558174
e-mail: ufficio.stampa@alleanzaevangelica.org
www.alleanzaevangelica.org
Redazione: Lucia Stelluti, Chiara Lamberti, Leonardo De Chirico, Giovanni Marino, Stefano Bogliolo, Sergio De Blasi, Carine Francq.
Le opinioni espresse su Ideaitalia sono esclusivamente dei loro autori, e non impegnano pertanto necessariamente l’AEI. I testi possono essere ripresi liberamente citando la fonte.
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  =LA PAROLA BIBLICA DEL GIORNO=
   =DELLA DOMENICA E DEI FESTIVI=
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        - DOMENICA 31 ottobre 2021
            " La Domenica della Riforma" 
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 Domenica della Riforma 2021 

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